Le missioni in Mesopotamia e Tur ‘Abdin

Le missioni di studio lungo il limes orientale dell’impero bizantino furono avviate nel 1983 e proseguirono fino al 1988, con il coordinamento di Fernanda de’ Maffei e la partecipazione dei suoi allievi Iacobini, Zanini e Grassi e del collega Italo Furlan dell’Università di Padova. Il gruppo si addentrò nell’alta valle del Tigri e dell’Eufrate, attraversando le odierne province turche di Gaziantep, Şanlıurfa, Mardin, Batman e Diyarbakır, con un duplice obiettivo: da un lato, compiere un’osservazione diretta delle sopravvivenze architettoniche lungo la frontiera tra l’impero bizantino e quello persiano/sasanide, in particolare le città-fortezza di Amida e Dara e le loro infrastrutture di epoca anastasiana e giustinianea. Dall’altro, visitare la regione monastica del Tur ‘Abdin – rivelata agli studiosi occidentali circa un secolo prima da Gertrude Bell – con specifica attenzione, anche in questo caso, alle tecniche costruttive e alla decorazione scultorea e musiva degli edifici. Durante alcuni di questi viaggi, che si succedettero quasi annualmente, ci si spinse anche più a nord-ovest: al monte Nemrut (1983), nella zona di Erzurum e poi in Cappadocia (nel 1985).

Le spedizioni contribuirono notevolmente all’approfondimento di temi di ricerca che sono ancor oggi al centro del dibattito scientifico; ma altrettanto essenziale fu l’esperienza antropologica, “emozionale”, che i giovani studiosi di allora si trovarono a vivere. Infatti, esplorare il paesaggio rurale dell’altopiano anatolico e riconoscere il ruolo che gli antichi monasteri continuavano a ricoprire nella vita sociale e religiosa della regione consentì loro – come ha scritto Enrico Zanini – di meglio comprendere l’importanza dell’ambiente geografico e umano per lo studio delle antiche civiltà e della loro produzione artistica.

Le missioni nella Turchia sud-orientale, finalizzate allo studio degli insediamenti fortificati lungo il limes, furono condotte, in alcuni casi, in combinazione con quelle, ricadenti sotto lo stesso programma generale di ricerca, in Siria e in Giordania (si vedano le relative sezioni). Diverse importanti pubblicazioni ad opera dei partecipanti furono prodotte negli anni successivi a quei viaggi.

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