Nota biografica di Gerardo Guerrieri
Gerardo Guerrieri
(Matera 4 febbraio 1920 - Roma 24 aprile 1986)
ha debuttato in teatro inizialmente come regista, mettendo in scena nel 1940 al Teatro dell’Università di Roma Felice viaggio di Thornton Wilder. Ben presto tuttavia si dedicò anche ad altre attività attinenti lo spettacolo (pur continuando a realizzare regie liriche e di prosa di riconosciuta qualità).
collaboratore di Luchino Visconti, per cui svolse la funzione, assai poco diffusa nel nostro paese, di drammaturgo, vale a dire traduttore-adattatore e consulente drammaturgico: sono di Guerrieri alcune fra le migliori traduzioni di testi di Cechov, Miller, Williams, Strindberg, O’Neill, Saroyan, Shakespeare (fra cui il pregiatissimo Amleto), ecc. Collaboratore alla sceneggiatura di Ladri di biciclette e di Sciuscià di De Sica, fu critico di vari quotidiani e riviste, fra le quali "Voce operaia", "L’Unità", "Il giorno", dell’Enciclopedia dello Spettacolo per cui scrisse l’acuta e tuttora preziosa voce Attore; a lui si deve anche la prima diffusione in lingua italiana degli scritti teorici di Stanislavskij.
Fu fondatore, insieme alla moglie Anne d’Arbeloff, del Teatro Club, che dal 1969 istituì il Premio Roma; contribuì in maniera decisiva alla conoscenza dei maggiori eventi internazionali in campo spettacolare, organizzando nella capitale - e promuovendone così una decisa sprovincializzazione - alcune tournée fra gli altri del Living Theatre, di Jerzy Grotowski, di Peter Brook, di spettacoli di danza indiana, cinese, tibetana e ospitando spettacoli relativi alla maggiore drammaturgia straniera.
Guerrieri fondò e diresse insieme a Paolo Grassi la Collana di teatro della casa editrice Einaudi, fu autore di vari radiodrammi e collaboratore RAI per lunghi anni. Guerrieri spese molte sue energie, che spesso non convogliarono per varie circostanze in prodotti compiuti, alla ricerca: si dedicò in particolar modo alle ricerche sull’attore, viste da varie angolature, dal sociologico, allo psicologico, all’antropologico, allo storico in senso stretto. Una sua particolare dedizione fu quella concernente Eleonora Duse, di cui raccolse per più di un trentennio documenti in tutto il mondo e alla quale dedicò ben tre mostre e un convegno di alta levatura nel 1958, in occasione del centenario della nascita dell’attrice.
Personalità eclettica, tanto da essere stato definito negli Stati Uniti come un moderno Leonardo, Guerrieri conosceva un’arte raffinatissima nella scrittura sia saggistica, sia giornalistica, sia come traduttore. Per sua inclinazione caratteriale, scelse spesso di rimanere "dietro le quinte", ma è indubbio invece il ruolo di protagonista della scena italiana, che attende ancora di essere valutata pienamente.