Francesco Aliberti

insegnamento:
Etnologia europea (SDEA-01/A)

e-mail:
Francesco.aliberti91@gmail.com

 

Francesco Aliberti è funzionario demoetnoantropologo presso la Soprintendenza Speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Roma. Dottore di ricerca in Discipline DEA e con diploma di specializzazione in Beni DEA, è stato titolare di corsi di Antropologia Culturale. Dal 2018 ha partecipato e coordinato diverse attività di ricerca per istituzioni locali e nazionali ed enti privati. I suoi interessi di ricerca si concentrano sulle pratiche di costruzione dell’identità e del senso dei luoghi, oltre che di rappresentazione, socializzazione e costruzione delle comunità patrimoniali all’interno di mediascapes locali, nazionali e globali. Osserva questi campi di interesse attraverso le lenti dell’antropologia digitale, urbana, del patrimonio e dei contesti educativi.

Tra le sue pubblicazioni:

“Ma i nativi digitali contano le pecore elettriche? La diffusione dei media digitali come frattura culturale”, L’Uomo, vol. XIII, 1/2023, pp. 19-42; “Smartphone e spazi ibridi a Talenti, Roma. Prospettive dal basso su una smart city”, in L. D’Orsi e L. Rimoldi (a cura di) Etnografie della smart city. Abitare, relazionarsi e protestare nelle città intelligenti italiane, Ledizioni, Milano, 2022, pp. 65-89; Il paese della pietra e dei fiori. L’immaginario del patrimonio naturale tra condivisione e narrazioni digitali, Tesi di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici, 2022; Raccontare per ritrovarsi. Antropologia urbana dei media digitali, CISU, Roma, 2021; “Perché postiamo? Una riflessione sul lavoro del Centre For Digital Anthropology (UCL)”, Lares 1/2021, pp. 143-146; “Scegliere la storia. Narrazioni, nostalgie e attese su Facebook, in A. Iuso (a cura di), Il senso della storia. Saperi diffusi e patrimonializzazione del passato, CISU, Roma, 2018, pp. 161-181.

 

Programma: 

Il corso si concentra sulle metodologie di ricerca nell’ambito dell’etnografia dei contesti digitali applicate ai beni demoetnoantropologici. Attraverso l’analisi di molteplici casi di studio si porrà un focus sul rapporto tra il patrimonio culturale materiale e immateriale e gli spazi digitali in termini di rappresentazione, socializzazione e costruzione delle comunità patrimoniali.

Particolare attenzione sarà dedicata a come attente metodologie di ricerca siano fondamentali ai fini della tutela del patrimonio culturale e ai modi in cui questa può essere interpretata alla luce delle novità introdotte nella Convenzione di Faro, illustrandone sfide e opportunità attraverso la riflessione su casi di studio nel contesto di Roma.

Le modalità d’esame, in forma orale o scritta attraverso la discussione di una tesina, verranno concordate durante lo svolgimento del corso e si baseranno sullo studio degli articoli e volumi forniti dal docente durante le lezioni.

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