Il pubblico dell’opera. Storia, sociologia, medialità

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The opera audience. History, sociology, mediality

venerdì 19 gennaio 2024, 9.15-17.00
sabato 20 gennaio 2024, 9.30-13.00
Università di Roma La Sapienza
Dipartimento di Storia Antropologia Religioni Arte Spettacolo
Aula Levi della Vida (piano terra), Ex Vetrerie Sciarra
via dei Volsci, 122 Roma

Organizzatore/Convenor
Nicolò Palazzetti (Marie Sklodowska-Curie Fellow, Università di Roma La Sapienza)
nicolo.palazzetti@uniroma1.it 
https://www.uniroma1.it/it/pagina/opanda

Comitato scientifico/Programme Committee
Giuliano Danieli (Università di Roma La Sapienza/Teatro dell’Opera di Roma)
Christopher Morris (Maynooth University)
Nicolò Palazzetti (Università di Roma La Sapienza)
Emanuele Senici (Università di Roma La Sapienza)

Il convegno, finanziato dall’Unione Europea e organizzato nel quadro del progetto Horizon Europe “Opera Fandom in the Digital Age”, vede la partecipazione di dodici studiosi specialisti del tema ed è suddiviso in tre ampie sezioni tematiche consacrate rispettivamente alla storia, alla sociologia e alle dimensioni mediali del pubblico d’opera.

VENERDÌ 19 GENNAIO
9.15 Introduzione Emanuele Senici, Nicolò Palazzetti

STORIA/HISTORY
9.45-11.15
Moderatore: Luca Zoppelli

Andrea Chegai (Università di Roma La Sapienza)
Formare e informare il pubblico. Canali per la diffusione dello spettacolo musicale fra XVII e XVIII secolo

Alessandro Roccatagliati (Università di Ferrara)
Pubblico postunitario in un teatro medio padano: il caso Ferrara

11.30-13.00
Moderatore: Christopher Morris

Alessandra Campana (Tufts University)
22 grams: When Fandom Meets Heritage

Flora Willson (King’s College, University of London)
The Butterfly Effect: Opera Audiences and the “Culture Wars” in the UK

SOCIOLOGIA/SOCIOLOGY
Moderatore: Emanuele Senici

14.30-17.00
Nicolò Palazzetti (Università di Roma La Sapienza)
Il fandom dell’opera nell’età digitale: aspetti etnografici e metodologici

Christopher Morris (Maynooth University)
“Questo popoloso deserto”. Watching Opera Online

Carlida Steffan (Conservatorio di Modena) – Luca Zoppelli (Université de Fribourg)
Parterriani e palchettisti: per un'indagine sui pubblici italiani dell'Ottocento

SABATO 20 GENNAIO

MEDIALITÀ/MEDIALITY
Moderatore: Susanna Pasticci (Università di Cassino)

9.30-11.00
Damiano Garofalo (Università di Roma La Sapienza)
Le audience della televisione italiana delle origini (1954-1969)

Siel Agugliaro (Università di Genova)
On Street Organs, Verismo, Caruso, and Other Things: Towards a Material History of Italian Opera in the United States, circa 1861-1925.

11.15-12.45
Romana Andò (Università di Roma La Sapienza)
Fandom e celebrity culture. Concetti e prospettive

Giuliano Danieli (Università di Roma La Sapienza/Teatro dell’Opera di Roma)
L’opera sui social media: visioni, identità e comunicazione digitale di quattro istituzioni musicali.

12.45-13.00
Conclusioni
Emanuele Senici, Nicolò Palazzetti

PRESENTAZIONE

Le pratiche partecipative del pubblico costituiscono un aspetto fondamentale dell’opera in musica. La storia del pubblico d’opera è connessa all’evoluzione degli spazi teatrali e delle loro ripartizioni, spesso espressione di particolari classi socio-economiche, nonché allo sviluppo dei canali della comunicazione culturale, delle forme di finanziamento e delle politiche culturali. Il pubblico è stato inoltre una variabile attiva nel configurarsi dello spazio scenico dell’opera e del suo orizzonte mediale, sociale e storico. Come tale, il pubblico ha influenzato i processi produttivi, la stabilizzazione di canoni e repertori, la composizione degli oggetti e dei discorsi che informano i “mondi” dell’arte dello spettacolo. Si pensi alla storia culturale e sociale del loggione teatrale, uno spazio architettonico che è diventato luogo di socializzazione per una folta comunità di spettatori. La devozione, talvolta estrema, del pubblico ha dunque caratterizzato l’evoluzione storica dell’opera e ne ha sancito il prestigio culturale, ma è anche stata spesso ridotta a stereotipo. Malgrado la diffusione di un complesso sistema di aneddoti e cliché favorito dai resoconti giornalisti e dalla pubblicistica, il pubblico, infatti, è stato relegato ai margini della ricerca musicologica, spesso confinato in una dimensione prevalentemente anonima e passiva. Questo ha contribuito a rinforzarne il mito, ma ne ha anche oscurato le complesse ramificazioni socio-culturali e la dimensione politica. L’odierna era digitale ha poi avuto un forte impatto sulle interazioni fra appassionati d’opera e istituzioni teatrali, che ora si si svolgono in larga misura attraverso piattaforme audiovisive, social media e applicazioni mobili. 

Situato al crocevia fra musicologia, storia culturale, sociologia e studi mediali, il convegno intende indagare il pubblico dell’opera nel passato e nel presente. Esplorare la comunità e le pratiche degli appassionati d’opera significa interrogarsi sulle strategie di mercato e le azioni politico-culturali delle istituzioni teatrali, ripensare il ruolo della pubblicistica e della critica musicale, ma anche riconsiderare il modo in cui si è evoluto il patrimonio culturale e spaziale dei luoghi di spettacolo – dal parterre ai palchi, dalle gallerie alle piattaforme digitali. Il pubblico è posto così al centro di un’indagine transdisciplinare che vuole metterne in luce le relazioni con gli spettatori di altre espressioni spettacolari, o ancora col pubblico del cinema e della televisione. Questo approccio implica inoltre una riflessione sulla storia sociale delle culture musicali in rapporto all’evoluzione delle tecnologie di registrazione e diffusione del suono e dell’immagine, e più in generale allo sviluppo dei media e delle forme della cultura materiale.

Le riflessioni suscitate nel convegno vorrebbero contribuire tanto all’avanzamento degli studi sociologici relativi alle arti dello spettacolo quanto alla letteratura musicologica maggiormente attenta agli aspetti socioculturali dell’opera in musica. Esiste, inoltre, una produzione scientifica ormai vasta dedicata alle proteiformi comunità di fan e ai loro processi di rielaborazione culturale attraverso forme di cultura partecipativa e processi transmediali. I concetti e metodi degli studi sul fandom possono fornire strumenti importanti all’analisi socio-musicologica. Alcune sezioni del pubblico dell’opera in musica possono essere interpretate, anche a livello storico, come un vero e proprio fandom capace di produrre dei modelli distintivi di interazione sociale.

[English version]

Fundamental to opera as a performing art are the participatory practices of audiences. The history of the opera audience is intertwined with the development of theatrical spaces (often corresponding to distinct socio-economical groups), the evolution of cultural policies and funding systems and the rise of specific networks and media for cultural exchange and communication (from the press to the radio, from television to digital media). The audience has, moreover, played an active role in shaping the space and time of the operatic performance and its medial, social, and historical dimensions. It has, in other words, played a role in the formation of modes of production, the establishment of canons and repertoires, as well as the arrangement of the objects and discourses that inform and shape opera as a performing art and an ‘art world’. Illustrative is the cultural and social history of ‘the gods’, the uppermost gallery of the theatre and an architectural space that has long represented a socialising place for a significant community of spectators. If the devotion associated with spaces like ‘the gods’ has often been reduced to stereotype, audiences can nevertheless be understood to have influenced the historical evolution of opera and to have enshrined its cultural prestige. Yet opera fans remain under-researched. Despite a vivid trail of evidence in the form of anecdotes and clichés in journalistic reports and media discourse, fans are often confined in scholarship to passive and anonymous roles. This neglect has further reinforced the myths of opera fandom while obscuring its social and political dimensions. It is a gap all the more glaring in the digital age, which has recently reshaped the interactions between opera fans and theater institutions, so that they are now largely mediated via audiovisual platforms, social media and mobile applications. 

Situated at the crossroads of musicology, social history, sociology, and media studies, the conference The Opera Audience investigates opera audiences past and present. Exploring the communities and practices of opera fans means scrutinising the marketing strategies and cultural policies of opera houses and rethinking the role of music criticism, but also reconsidering the way in which the cultural and architectural heritage of operatic spaces has been preserved and negotiated – from the stalls to the boxes, from the galleries to the digital platforms. Opera aficionados are thus placed at the core of a transdisciplinary investigation that seeks to situate them in relation to the audiences for other theatrical and musical genres, as well as those for film and television. This approach also implies a reflection on the social history of musical cultures in relation to the evolution of sound and visual recording, and more generally to the development of media broadcasting and technological forms of material culture.

The conference aims to contribute to the advancement of the sociology of performing arts as well as to the musicological study of the socio-cultural aspects of opera. Extensive investigation has been recently devoted to fan communities and their processes of cultural appropriation through forms of participatory culture and transmedia practices. The concepts and methods developed within the field of fan studies can offer important tools to the sociology of opera; opera fandom has, in turn, produced distinctive patterns of social interaction that can contribute to fan studies.

The conference is funded by the European Union and is part of the Horizon Europe project “Opera Fandom in the Digital Age”, led by Nicolò Palazzetti and supervised by Emanuele Senici. It involves twelve scholars with complementary expertise and is organised around three panels devoted to the history, sociology and mediality of opera audience.

 

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