Abitare il patrimonio scomodo a Roma fra cancel culture e difficult heritage

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PROGETTO DI TERZA MISSIONE
“ABITARE IL PATRIMONIO SCOMODO A ROMA FRA CANCEL CULTURE E DIFFICULT HERITAGE”

Responsabile della ricerca: Professoressa Anna Iuso
Dipartimento di Storia, Antropologia, Religioni, Arte, Spettacolo

Il progetto, partendo dalle nozioni di Cancel Culture e Difficult Heritage, vuole proporre una riflessione di ampia portata inerente al rapporto tra riscrittura della storia, monumenti e spazi pubblici. La complessità e la densità della stratificazione storica del contesto di Roma costituiscono terreno privilegiato per pensare le declinazioni locali del concetto di Cancel Culture, facendo emergere la necessità di convivenza pacifica di diverse compagini sociali, in relazione dialettica dal punto di vista etnico, storico o religioso, che non può attuarsi, se non attraverso le modalità complesse e sfumate di uso e valorizzazione del Difficult Heritage, quel patrimonio che, inscritto nello spazio pubblico, pone difficoltà di gestione perché portatore di ideologie considerate non più attuali o condivisibili. Più che con la Cancel Culture proprio perché luogo di grande centralità storica, religiosa e artistica, Roma si confronta col Difficult Heritage, col proprio complesso e culturalmente controverso patrimonio, rappresentato in particolare dal lascito fascista, che si esprime negli spazi monumentali, in quelli quotidiani, pubblici e privati. Attraverso il coinvolgimento di musei, spazi espositivi, scuole, associazioni, organizzazioni di quartiere il progetto si propone di conseguire un impatto concreto sulla cittadinanza offrendo una serie di iniziative e prodotti (esposizioni museali, seminari, piattaforme educative, pacchetti di attività didattiche, tavoli partecipativi, percorsi territoriali, prodotti audiovisivi, "Atlante del Patrimonio Scomodo") che consentano un'analisi partecipativa dei processi di costruzione, cancellazione e riscrittura della memoria dei luoghi, la cui portata culturale e simbolica è continuamente rinegoziata e risemantizzata in funzione delle rivendicazioni identitarie di coloro che li abitano.

Il progetto è realizzato in collaborazione con l’Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros, l’Istituto Centrale per il Patrimonio Immateriale, il Centro interdipartimentale di ricerca DigiLab, l’Associazione Renovatio, l’Architetto Maria Michela L. Pepe, la Ditta Logos, l’Associazione della Comunità Eritrea a Roma e nel Lazio, l’Associazione Giovani Musulmani d’Italia (sede di Roma), l’Associazione Presidi del Lazio, il Teatro San Carlino.

Per maggiori informazioni, scrivere a:
patrimonioscomodo@gmail.com

Referente scientifico: anna.iuso@uniroma1.it
Coordinamento: michela.buonvino@uniroma1.it; carmelo.russo@uniroma1.it

Pagina Facebook: Abitare il patrimonio scomodo a Roma
Pagina Instagram: patrimonioscomodo

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